Treno cavallo e tram – IX / Regio Parco
E una mattina venni di nuovo a Torino, ma non in treno, col camion. C’era un camion pieno di sacchi di zucchero che portavano a Milano, e mi nascosi in mezzo ai sacchi di zucchero. Scesi a Milano quasi vicino al posto di blocco. L’autista, che brava persona.
– Tu fai il giro di là –, era notte, eh – non andare al posto di blocco perché ci sono i tedeschi. Tutto in mezzo alle campagne vai avanti un settecento, ottocento metri e di lì fai stop con le macchine. Prima o poi troverai una macchina che ti porta a Torino… –
Così feci. Andai in mezzo alla campagna e mi misi sul ciglio della strada, di notte.
– Cosa fai lì? -, c’erano otto fascisti: il comandante, tutti con i moschetti.
– Cosa fai lì? –
– Sto aspettando una macchina, un treno o un camion che mi porti a Torino. –
– Da dove arrivi? –
– Da Fies Umbertiano in provincia di Rovigo. –
– Cosa vai a fare a Torino? –
– Eh, c’è mio padre che… –, sempre mio padre, eh – che non sta bene. E ho paura… e le mie sorelle mi hanno scritto… –
– Hai armi addosso? –
– No -, gli ho fatto. Mi toccarono tutto.
– Sono anch’io padre di famiglia, vai –, mi fa.
Il tenente dei fascisti: una persona su un milione, toh, “sono anch’io padre di famiglia”, mi dette la mano.
Tornai sulla strada e passò un camion, di nuovo. Si fermò.
– Va a Torino? –
– Si, sali. –
Prima del posto di blocco, un chilometro prima, si fermò – corso Giulio Cesare, era lì il posto di blocco – , un chilometro prima. Ah, di qua son pratico, fermati dove vuoi! Mi fermò lì. Feci il giro, attraversai Stura e andai al Regio Parco, di nuovo da mia sorella. Poi di lì andai nei partigiani anche a Torino: GL, Giustizia e Libertà. E stetti lì fino alla fine, ma oramai la guerra era già finita.
Treno cavallo e tram termina qui.
Grazie e auguri a Mario, che ieri ha compiuto 90 anni.