Wolferl a Bäsle, 8ª lettera
8ª lettera (525)
[Salisburgo, 10. 5. 1780]
De Salsbourg / a Mademoiselle / Mademoiselle Marie / Anne de Mozart ph. / a / Augsbourg / In Schwaben. / Da consegnarsi nella / Jesuiten Gassen / Par Munic
carissima, amatissima, bellissima, gentilissima,
incantevolissima,
da un cugino indegno
montata in bestia
cuginetta.
o
violetta! [1] –
Salsbourg il 10 Maggio
1709 [2]
soffiami non dico dove.
– : –
se è buono
buon pro.
Se io, Joannes Chrisostomus Sigismundus Amadeus Wolfgangus Mozartus, sarò in grado di mitigare, attenuare, o alleggerire la collera che innalza di certo di un buon tacco da pantofola la sua incantevole bellezza |:visibilia e invisibilia:| è una domanda a cui voglio pur dar risposta: – alleggerire vale a dire portare qualcuno in una lettiga leggera – io sono per natura molto leggero, e mangio volentieri la lattuga, soprattutto per contorno alla carne di manzo – nel frattempo tutto bene con Lipsia: nonostante Mr Ficograttato[3] si ostini ad asserire o meglio ancora ad inserire, che del pasticcio non se ne farà nulla – e a questo non ci posso proprio credere – non varrebbe neppure la pena chinarsi – già, fosse una borse piena di quattrini – la si potrebbe infine piluccare, tirar su, o sollevare. – ragion per cui, come ho detto, non potrei darla a meno, è il prezzo migliore – non mi piace mercanteggiare, perché non sono una femmina qualunque; e così olà! Si, cara la mia violetta! così va e funziona il mondo, uno ha la borsa e l’altro i quattrini e chi non ha entrambi, non ha nulla, e nulla vale a dire molto poco, e poco non è molto, di conseguenza niente è sempre meno di poco, e poco sempre più di non molto, e molto sempre più di poco, e – così è, era e così sarà. dacci un taglio a questa lettera, chiudila, e spediscila via a destinazione – Feigele:
il suo servo umilissimo e cortese
il culo mio non è viennese
Lato di sopra V. S.[4]
P.S. La compagnia di Böhm è già partita? – me lo dica, carissima, la prego per amor del cielo! ah! — Oramai sarà ad Ulm, non è vero? O, si sinceri per me di questo, la supplico per tutto quanto è sacro – gli dèi sanno che le mie intenzioni sono sincere
Michel-della-torre[5] ha cambiato rifugio? –
soffiami nel pertugio.
Vogt[6] e la moglie, tutto sotto controllo? –
non si sono già presi per il collo?
un mucchio di domande.
Una tenera ode[7]! –
La tua soave imago, o cuginetta,
si libra sempre innanzi agli occhi miei
solo, in amare lacrime m’aspetta,
perché – tu non sei costei.
La vedo quando a sera
s’imbruna e allor la luna
risplende, guardo e – piango
perché – tu non sei costei.
Per quei fiori di valle
che coglier vo’ per lei,
per quei rami di mirto
che intrecciar vo’ per lei
ti supplico, visione,
compari e poi trasformati
Trasformati, visione S.V.[8]
diventa in fretta – la cuginetta P.T.[9]
finis coronat opus, il Barone di Codaporcina. I miei ossequi e quelli di tutti noi al di lei signor procreatore e alla signora procreatrice – ovvero a chi si è dato la pena di farla e chi se l’è lasciata fare. Adieu – Adieu – Angelo.
Mio padre le dà la sua ziesca benedizione. e mia sorella le dà mille baci cugineschi. e il cugino le dà ciò che non gli è permesso di darle.
Adieu – Adieu – Angelo.
Con la prossima posta ordinaria scriverò di più, ossia e qualcosa di assai ragionevole e necessario e con questo restiamo d’accordo fino a nuovo ordine. Adieu – Adieu – Angelo –
[Sulla busta]
Adieu – Adieu – Angelo
[1] Gioco di parole tra “Bässchen”, “cuginetta”, ma anche “piccolo contrabbasso”.
[2] La data, corretta in 1779 nell’edizione Guanda (v. bibliografia), non è un errore, ma un espediente per la rima. In originale: “1709ni / blass mir hint’ aini”.
[3] Molto probabilmente si risce a Karl Bernhard von Feigele, futuro ammiratore della cuginetta, rinominato poco oltre.
[4] Vertatur subito.
[5] “thüremichele”: statua di San Michele sopra l’orologio della Perlachturm ad Augusta
[6] Maestro di ballo della compagnia di Böhm.
[7] Dalla “Ode an Edone” di Klopstock, con variazioni.
[8] Salva verecundia.
[9] Pleno Titulo.