intorno al monologo di Saverio La Ruina
un progetto interdisciplinare di Roberta Cortese
· traduzione, regia e installazione ·
co-regia · Luigi Chiarella
Pasqualina · Bernhardt Jammernegg
Pascalì · Roberta Cortese
Installazione dalle 18 – ingresso libero
Monologo il 6., 7., 10., 11., 12. alle 20
Tickets € 15 / € 12 / Kulturpassuna coproduzione
Kulturverein Satyrikon & Theaterverein Odeon
con il sostegno di sirene Operntheater
e un finanziamento del 2. distretto della Città di Vienna
Prima nazionale austriaca
Un progetto interdisciplinare sul tema della violenza contro le donne, del femminicidio e dei delitti d’onore: un testo esemplare del teatro di narrazione italiano integrato in un’installazione walk-in fatta di lenzuola, legame formale e contenutistico tra parola e spazio.
I visitatori dello Spitzer sono in casa di Pasqualina. Lo spazio d’accesso è la lavanderia, dove lenzuola appese formano una ‘galleria di famiglia’ composta da vittime di femminicidio in Austria nel 2024 (18 al momento). Questa conduce senza soluzione di continuità al ‘salotto di Pasqualina’, dove palco e platea sono fusi in un unico ambiente. E come quelle donne austriache possono essere considerate ‘sorelle nella sorte’ di Pasqualina, Pasqualina stessa, nella migliore tradizione del Sud Italia, accoglie i suoi ospiti come membri della famiglia e racconta loro con un sorriso la sua storia di sopravvissuta agli abusi e al codice d’onore.
Il progetto porta ad una duplice riflessione: da un lato sulla persistenza di strutture patriarcali nella nostra società contemporanea, dall’altro sulla distanza tra concittadini – perché Pasqualina potrebbe essere la nostra vicina di casa. Bernhardt Jammernegg segue qui le orme dell’autore/attore Saverio La Ruina e interpreta Pasqualina. Roberta Cortese supporta il gioco scenico con brandelli di testo in originale e con gesti antichi e quotidiani, espressione di solidarietà tra donne in difficoltà.
Sungu na fìammina e quannu passu mìanzu i genti agghia teni a capa vasciata fa chi cuntu i petri pi nterra. Si mi pàrlidi angunu, nu zùacculu ncapa e via p’i fatti suji. Tiru i zùacculi pi difesa e pu n’ata vota a capa vasciata a cuntà i petri pi nterra. Si vèni angunu a mi dici “Oh, jamu a tala parta”, ji u pigghiu subbitu a petrati: “Chi jè sta cunfidenza?”. Un davu retta a nisciunu e un gavuzu mai l’ùacchi a nterra ca si nziammai i gavuzu a supa a nu masculu chi passi, a lu paisu tutti mi chiaminu puttana.
Dissonorata sul sito di Scena Verticale
Il femminicidio è l’uccisione intenzionale di una donna da parte di un uomo a ragione del suo stesso sesso o a causa di ‘violazioni’ dei ruoli sociali attribuiti alle donne dalla tradizione e dal patriarcato. Il femminicidio rientra quindi nei “crimini d’odio”. La definizione risale alla sociologa e scrittrice sudafricana Diana Russell, che fu una delle prime a usare il termine nel 1976. (Dal sito dell’associazione AÖF – Autonome Österreichische Frauenhäuser)