Exil – Esilio
di Ingeborg Bachmann
EXIL
Ein Toter bin ich der wandelt
gemeldet nirgends mehr
unbekannt im Reich des Präfekten
überzählig in den goldenen Städten
und im grünenden Land
abgetan lange schon
und mit nichts bedacht
Nur mit Wind mit Zeit und mit Klang
der ich unter Menschen nicht leben kann
Ich mit der deutschen Sprache
dieser Wolke um mich
die ich halte als Haus
treibe durch alle Sprachen
O wie sie sich verfinstert
die dunklen die Regentöne
nur die wenigen fallen
In hellere Zonen trägt dann sie den Toten hinauf
ESILIO
sono un morto che cammina
non registrato più in nessun luogo
sconosciuto nel regno dei prefetti
di troppo nelle città dorate
e nel paese verdeggiante
liquidato già da tanto
e coperto di nulla
solo di vento di tempo e di suono
io che non posso vivere tra le persone
io con la lingua tedesca
questa nuvola intorno a me
che mi tengo per casa
mi spingo per tutte le lingue
o, come si rabbuia
i suoni scuri, quelli della pioggia
solo pochi cadono
in zone più chiare porterà poi su il morto