Volodja
Sabato 17 dicembre ho letto Volodja di Wu Ming 1 al Cantiere25 a Torino.
Mi son portato il racconto a lavoro ogni giorno dal 28 novembre, nella tasca interna della giacca, e nell’attesa di qualcuno che venisse ad aprirmi la cantina per fare il lavoro da operaio per cui vengo pagato, tiravo fuori il libricino e scandivo le parole, amplificate dalla strana cassa di risonanza che si crea nella tromba delle scale dei condomini. Immancabilmente ricevevo uno sguardo fra l’allarmato e il sorpreso ma il gusto di lasciare una traccia sonora per le strada di Torino è stato intenso. E filologicamente corretto visto che i versi finali del racconto recitano: “Quest’autunno / cambia il mondo / la poesia / è nelle strade.”
In un certo senso l’ho sentito come una specie di dovere.
La proposta di leggere il racconto di Wu Ming 1 è arrivato in un momento in cui, dopo aver assistito alla presentazione del 12 Novembre a Mirafiori, ero giunto alla conclusione che “è importante tornare al dunque per potermi aprire al resto senza soccombere all’ indifferenziato”.
Una delle cose più odiose, per un teatrante, è essere considerato poco più che un nulla facente. In molti chiedono: sì, ma cosa fai per vivere? Bene, a causa delle condizioni miserabili in cui si è costretti a lavorare in Italia, molti teatranti *devono* fare altro per vivere. Al momento faccio l’operaio. E leggendo le poesie di Majakovskij mi son reso conto che è essenziale tornare al dunque del fare teatrale.
Ogni giorno, dopo aver messo in pratica il consiglio di Vladimir Vladimirovič “palpa / il lavoro / con le tue mani”, da operaio della cultura faccio del mio meglio per creare e trasmettere il difficile concetto che il teatrante, per forza di cose, è colui che unisce la teoria e la pratica. Oggi è necessario tornare al dunque e riprendersi i tempi e i luoghi della produzione teatrale.
Volodja , nel testo di Wu Ming 1, dice: “farò anche qui il mio dovere di poeta!”
Riprendendomi i miei tempi, inventandomi i luoghi, ho lavorato con gioia a un reading. Qui il risultato raggiunto decidendo di fare il mio dovere di teatrante.
Grazie a Satyrika e Wu Ming 1.